SCREENSHOT

Fotografare immagini dimenticate

In quante occasioni abbiamo sentito parlare oppure ci è capitato di scorgere nel traffico un automezzo di Google mentre passa fotografando le strade? Qualcuno gli corre dietro, altri agitano le mani mentre altri ancora magari nemmeno se ne accorgono, forse quanto l'autista stesso del mezzo che ignora quanto stia succedendo intorno a lui, inconsapevole di cosa e chi il dispositivo stia fotografando. In questa situazione paradossale, milioni di fotografie finiscono dentro un sistema dotato di un complesso algoritmo che ripresenta ambienti virtuali nei quali è possibile immergersi, scoprendo in determinate occasioni immagini mai viste.

Il progetto SCREENSHOT consiste nell'intraprendere un viaggio virtuale su Google Street View con lo scopo di riscoprire immagini dimenticate. L’operazione di approprio rivela frammenti di immagini alla deriva, in attesa del nostro sguardo che le salverà divulgando la loro esistenza.

Partendo da questa considerazione, l'utilizzo di materiali che giacciono spesso dormienti in giganteschi archivi digitali sulla rete, vengono reinterpretati dagli autori internauti, cambiando spesso la loro funzione, includendoli qualora fosse opportuno in nuovi contesti di narrazione.

In operazioni come questa, per Nicolas Bourriaud, l’appropriazione tende ad abolire il diritto di proprietà delle forme e a favorire un’arte della post-produzione, attraverso la quale gli artisti inventano nuove forme per comunicare le proprie idee.

Questo laboratorio di idee, in cui diversi giovani artisti cercano qualcosa che prima o poi si rivelerà al loro sguardo, ci mostra uno spaccato culturale, una visione contemporanea, dove ciascuno presenta attraverso il proprio sguardo "su un territorio documentato da altri” le proprie priorità in un mondo alla deriva.

Agustin Sanchez


Una riflessione sull’identità dell’immagine mediale, questione ancora aperta sulla quale i maggiori osservatori culturali stanno indagando. Con particolare attenzione al rapporto che intercorre tra fotografia, video e installazione, all’interno di uno stesso contenitore virtuale in cui l’immagine ha trovato terreno fertile per potenziare il suo carattere relazionale, accompagnato da un rinnovato interesse per l’aspetto iconografico.

Luca Panaro


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